Mojito, la storia del cocktail dei pirati che incanterà la Paradiso Summer Edition

Il Countdown per l’Estate 2019 al Caffè Paradiso è già iniziato. Da giovedì 6 giugno alle Stanze Ulivieri di Montevarchi vi aspetterà un’estate indimenticabile, ricca di musica, persone ed emozioni.

Uno dei cocktail che accompagnano le nostre estati è senza dubbio il Mojito: il più famoso cocktail cubano a base di rum, inventato da Sir Francis Drake, il famoso pirata che compì una delle prime circumnavigazioni della terra.

Il Draque, ecco la storia dell’antenato del Mojito

Per parlare della storia del Mojito è necessario tornare indietro nel tempo fino al XVI secolo, al tempo dei pirati.  Francis Drake, pirata al servizio della corona inglese creò El Draque, una miscela a base di zucchero di canna, succo di lime, foglie di hierbabuena (menta selvatica cubana), acqua e aguardiente (o tafia), un’acquavite distillata dalla canna da zucchero. Una sorta di rum non invecchiato che in questo antenato “grezzo” del Mojito svolgeva perfettamente sia il compito di scaldare gli animi dei marinai, sia quello di non far marcire l’acqua nelle botti, dove era appunto pre-diluito; il lime invece con la sua vitamina C combatteva la malattia che si diffondeva sulle navi, lo scorbuto. Il Mojito come lo conosciamo oggi comparve dalla seconda metà dell’Ottocento con la nascita del vero rum, quando cioè Don Facundo Bacardi y Massó perfezionò le tecniche di distillazione e invecchiamento fondando poi l’omonima distilleria.

Mojito, il cocktail di Ernest Hemingway

Quando dici Mojito dici Ernest Hemingway, straordinario scrittore quanto incallito bevitore. Ernst era innamorato di Cuba, dove soggiornò varie volte tra il 1930 e gli anni cinquanta, quando si trattenne a L’Avana per un paio di anni per la stesura de Il vecchio e il mare, con il quale nel 1953 vinse il premio Pulitzer e il premio Nobel nel 1954.

A farlo innamorare di Cuba contribuì Angel Martinez, dal 1942 bartender de La Bodeguita del Medio, dove Hemingway era solito consumare il suo Mojito “speciale”, con rum bianco e rum scuro miscelati insieme. “My mojito in La Bodeguita, my daiquiri in El Floridita” lasciò scritto all’interno del locale, una frase leggendaria che fece la fortuna dei due cocktail cubani. E chissà se il nome Mojito (che potrebbe derivare dal termine voodoo “mojo”, “incantesimo”) non nacque proprio osservando lo scrittore stregato da quel nettare.

Mojito, non Caipirissima

Ma molti di noi il vero Mojito non l’hanno mai assaggiato. Soprattutto se lo abbiamo bevuto sempre al di fuori di Cuba, dove si consuma quotidianamente il “Mojito sbagliato” o “pestato”, che si prepara schiacciando sul fondo del bicchiere fette di lime, zucchero grezzo e foglie di menta e aggiungendovi poi ghiaccio tritato e rum. Eccovi servita dunque tecnicamente una Caipirissima alla menta e non un Mojito. La variante italiana “Baxeichito”, nata a Genova a fine anni ’90 nella Ostaia de Banchi, si basa su questa formula sostituendo il basilico alla menta.

Per la ricetta originale cubana invece gli ingredienti sono questi.

4 cl di rum bianco

3 cl di succo di lime fresco

6 rametti di menta (meglio se hierbabuena)

2 cucchiaini di zucchero di canna bianco

Soda o acqua gasata

Preparazione

Mettete in un tumbler alto zucchero, succo di lime, rum e menta. Amalgamate il tutto premendo delicatamente le foglie di menta (ma non usate il pestello), poi unite ghiaccio a cubetti (quello tritato si scioglie subito e annacqua tutto) e la soda. Decorate con un rametto di menta.